Scopo: I pazienti affetti da ischemia critica non ulteriormente rivascolarizzabili con lesioni trofiche presentano una qualità di vita molto scadente a causa del dolore. Gli stimolatori midollari o gli interventi di simpaticectomia lombare (specie in passato) possono ridurre la sintomatologia dolorosa, da alcuni anni sembra portare un beneficio a questi pazienti (sia sulla riduzione del dolore che sul miglioramento delle lesioni) il trattamento con monociti da sangue periferico (A-PBMNC: Autologous Peripheral Blood- MonoNuclearCells) che presentano proprietà angiogenetiche ed antiinfiammatorie. Metodi: Abbiamo trattato 29 pazienti affetti da ischemia critica con dolore a riposo e ulcere trofiche. 2Aneurismi poplitei trattati con 2 bypass ostruiti anche dopo fibrinolisi inefficace. Prevalentemente maschi affetti da ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete mellito. Di questi 3 pazienti dializzati e 18 affetti da cardiopatia ischemica. Tutti sono stati sottoposti ad almeno un tentativo di rivascolarizzazione endovascolare. Tutti trattati con tre cicli di infiltrazione con monociti. Un prelievo di 120 cc di sangue periferico che viene filtrato mediante sistema a filtrazione selettiva ed impiantate intra-muscolarmente lungo il decorso dei vasi tibiali e peri-lesione a distanza di 30 giorni Risultati: 2 Pazienti affetti da IRC in HD sono stati candidati ad amputazione maggiore, le lesioni inferiori a 1 cm sono guarite a 6-12mesi dalle procedure,1decesso(COVID+), 86.2% di miglioramento del dolore Conclusioni: Il trattamento con monociti nella nostra esperienza ha mostrato buoni risultati in termini di miglioramento della guarigione delle lesioni e soprattutto un netto miglioramento del dolore valutato con scala VAS. I pazienti che hanno risposto meno al trattamento erano quelli in trattamento dialitico. La procedura (effettuata generalmente in aestesia locoregionale) ha consentito una riduzione delle amputazioni maggiori, una maggiore e più veloce guarigione delle lesioni trofiche, riduzione e scomparsa del dolore e un miglioramento della ossigenazione periferica valutata mediante TcPO2.