La migrazione e un processo in se sempre traumatico, nel cui contesto qualsiasi individuo puo manifestare nuclei di vulnerabilita quali la perdita del quadro simbolico-culturale e del contesto sociale di riferimento, l’arresto dei costanti processi di riproduzione e metabolismo dell’identita, la paralisi della temporalizzazione e della possibilita di storicizzazione. Tali vulnerabilita, determinate da fattori che risiedono tanto nel processo migratorio stesso quanto nel tessuto ambientale, socio-economico, culturale e relazionale post-migratorio, possono presentare declinazioni psicopatologiche a espressivita polimorfa e iscriversi principalmente nella corporeita come modalita essenziale di essere-nel-mondo. La ricerca scientifica sui disturbi mentali nel contesto migratorio e transculturale verte prevalentemente sull’individuazione dei principali fattori di rischio pre-, intra- e post-migratori, concentrandosi in particolare su quest’ultima fase, risultata essere maggiormente associata all’insorgenza e alla strutturazione del disagio psichico nella popolazione migrante. All’interno del contesto migratorio si rilevano tuttavia anche fattori di resilienza e leve terapeutiche, che possono risiedere tanto nelle risorse dei singoli individui quanto nelle reti simboliche e sociali alle quali essi attingono per donare un senso alle proprie esperienze. Risulta quindi necessario implementare ulteriormente la ricerca sul rapporto tra psicopatologia e storia migratoria, onde poter meglio comprendere la vulnerabilita psichica nel contesto migratorio e rafforzare le politiche di prevenzione e promozione della salute mentale nei migranti.