L’articolo parte da alcuni richiami alla tradizione di pensiero che, da Aristotele a Bergson, ha insistito sulla cauterizzazione emotiva in quanto condizione necessaria per l’innesco del riso e ha privilegiato il senso di autocompiacimento e di superiorità dell’io rispetto alla vittima comica. L’articolo procede quindi a un tentativo di storicizzazione della relazione tra soggetto e oggetto del riso con particolare riferimento al mito cristiano il quale, ponendo al proprio centro la compassione per una figura umiliata e dolente (potenzialmente ridicola, secondo la visione antica), sconvolge le relazioni tra comico e serio e introduce il fattore dell’identificazione patetica quale elemento che pervade il comico. È in funzione d’una tale ‘contaminazione’ – è la conclusione – che alcuni risvolti ambivalenti della comicità risultano enfatizzati nella riflessione e nella letteratura moderne.
SigMa - Rivista di Letterature comparate, Teatro e Arti dello spettacolo, N. 3 (2019)