Il contributo prende in considerazione le intese secondarie intervenute tra Chiesa e comunità politica dopo la firma dell'Accordo di Villa Madama del 1984. Alcune di esse - esplicitamente previste nel testo di quell'Accordo - si pongono come provvedimenti attuativi: altre come veri e propri accordi tra ministeri competenti dello Stato e Conferenza episcopale italiana su nuove materie. Questo sviluppo dinamico era in parte contemplato nel 1984, ed in parte no. Soprattutto, non era prevedibile il forte sviluppo successivo del diritto ecclesiastico tramite intese subconcordatarie a carattere regionale. Questo fenomeno non è tipico solo della situazione italiana, ma si registra, in misura non secondaria, anche in altri paesi europei. Ciò comporta molti problemi interpretativi ed implica il transito dei rapporti tra Stato e Chiesa verso un sistema molto più articolato e parcellizzato rispetto al panorama tradizionale offerto dal sistema delle fonti normative. Di qui la necessità di trovare nuove categorie interpretative del diritto ecclesiastico. [ABSTRACT FROM AUTHOR]