L'aspra rivalità fra Bernard Berenson e Roberto Longhi, due tra i più importanti critici d'arte del secolo scorso, è leggendaria. Berenson, noto per la sua scrittura asciutta e i modi aristocratici, da dandy ottocentesco, mal tollerava il lato istrionico-stregonesco del più giovane collega e, almeno inizialmente, fervido lettore. Per decenni, i due non perdono occasione per scambiarsi critiche reciproche, più meno velate, sempre pungenti, e costanti. Tuttavia, un'attenta analisi della scrittura d'arte di Anna Banti, moglie e allieva di Longhi, e grande ammiratrice di Berenson, rivela come il rapporto tra i due maestri – e la loro discepola – sia assai più complesso dei luoghi comuni ad esso associati. Intorno alla figura di Lorenzo Lotto, studiato con passione da tutti e tre gli autori, emergono complesse, sottili trame di mutue influenze, a loro volta determinanti per lo sviluppo di larga parte della letteratura italiana del Novecento, e oltre.