Il linguaggio scientifico e il senso comune nell’affrontare la crisi ambientale vive di metafore, ma anche di una tragica assenza di cornici ambientali per parlare di relazioni, e non solo tra umani. Se il nostro modello è fondato sulla chiara dicotomia tra cultura e natura, esso mostra la difficoltà a cogliere le dinamiche della realtà che sbaragliano continuamente i cassetti ben ordinati, separati, tra soggetti di natura e soggetti della cultura. Come insegna il glaciologo Lorius: “e dunque il giorno in cui cambiamo lo sguardo, dobbiamo cambiare il vocabolario. Il giorno in cui cambia il mondo, bisogna cambiare i nomi” (2010:13). E perciò partiamo da tre metafore per iniziare a compostare il nostro immaginario.