L'obiettivo del contributo è di analizzare un problema sempre più frequente e allarmante, la generazione di rifiuti che si crea lungo l'intera filiera dell'industria alimentare, con l'obiettivo di indicare le possibilità di riutilizzare gli scarti per produrre articoli di moda, attraverso nuovi modelli di business basati sui principi del "paradigma dell'economia circolare". Il paper studia non solo i modelli di business adottati dalle aziende per trasformare ciò che è considerato "spreco" e mero "costo" in una nuova risorsa con un nuovo valore, ma anche l'applicazione dei Sustainable Development Goals (SDGs). Il paper è diviso in due parti: la prima parte è teorica e si basa sulla revisione della letteratura; nella seconda, è stato applicato un approccio induttivo. Tenendo conto della letteratura, sono state studiate due Research Questions: RQ n. 1 - L'utilizzo degli scarti alimentari nell'industria della moda può ridurre l'impatto dell'inquinamento? RQ n. 2 - Quali SDGs seguono le aziende dell'economia circolare della moda? Nella ricerca è stato evidenziato che attraverso l'applicazione di un'economia basata su un modello circolare si possono trovare soluzioni ai problemi dei rifiuti. Particolare attenzione è rivolta alle possibilità di recupero dei sottoprodotti, attraverso l'analisi di "cinque best practices": Orange Fiber, Duedilatte, Vegea, Piñatex e S. Café. Le cinque "business case histories" evidenziano come un sottoprodotto alimentare possa essere utilizzato nella moda. I modelli di "business circolari" esaminati concorrono al raggiungimento di alcuni dei "17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile" sottoscritti dai Paesi membri delle Nazioni Unite, come esempi di modelli di produzione e consumo sostenibili, crescita economica inclusiva, innovazione responsabile e forte attenzione alla salvaguardia del nostro pianeta. [ABSTRACT FROM AUTHOR]